Negli anni successivi Intrecci si è progressivamente radicata nelle comunità locali della Zona Pastorale IV, corrispondente all’Asse del Sempione, nel Nord ovest milanese.
Nel 2011 è stato realizzato un altro importante passo: la cooperativa sociale Le Querce di Mamre e Intrecci hanno deciso di annodare le loro attività, che si sono così estese a tutta la Provincia di Varese.
Le Querce di Mamre ha arricchito il patrimonio comune con la sua grande esperienza nel campo dell’accoglienza di persone rifugiate e richiedenti asilo.
Dunque nel nome della cooperativa c’è un po’ la sua vocazione e il suo “mestiere”:
Quelli che studiano di letteratura, in un racconto sanno distinguere la fabula dall’intreccio. La fabula è la successione temporale dei fatti che accadono, con i loro legami di causa ed effetto; l’intreccio è il modo con cui li narra l’autore: le due cose non coincidono praticamente mai, perché la mano dello scrittore spariglia le carte, mette prima quello che magari è successo dopo, dà un significato diverso ai fatti. Costruisce, appunto, un racconto nuovo.
Può accadere così anche per le persone: ci può essere, anche nelle fabulae più sfortunate, dure o problematiche, un momento, un’opportunità per cominciare a riscrivere la propria storia personale e per darle un significato nuovo e una prospettiva diversa. Si chiami essa riscatto, autonomia, dignità, crescita.
È proprio lì che serve qualcuno che ti dia una mano e ti accompagni.
Intrecci, a grattare in fondo in fondo, serve a questo.
Ce l’ha scritto nel nome.